L'apertura
della pesca alla trota sui grandi laghi
Per molti
pescatori, "apertura alla trota" riporta alla
tradizionale ultima domenica di febbraio, quando, nella stragrande
maggioranza
delle acque nazionali, riapre la pesca ai salmonidi sui fiumi dopo la
forzata
pausa autunno-invernale necessaria per la riproduzione. Tale evento
porta
annualmente sui greti dei corsi d’acqua, sia grandi che
piccoli, sia di pianura
che di montagna, migliaia di appassionati attirati soprattutto dalle
abbondanti
semine di trote immesse per l’occasione, ma in molti casi
anche per rimettere
piede nei “posticini segreti” e meno battuti, a
caccia di prede rustiche e
selvatiche che poco hanno a che vedere con quelle “pronto
pesca” (trote che
comunque garantiscono divertimento e svago soprattutto ai meno esperti
o a chi
non voglia una pesca troppo impegnativa).
In parecchi
però non sanno che, prima di tale data, si tiene
un’altra importante e classica “sagra”
dedicata alla trota attesissima in
particolar modo dai pescatori rivieraschi, ovvero l’apertura
sui grandi laghi
subalpini.
Per esempio, sul Lago Maggiore e di Lugano, entrambi
soggetti alla convenzione italo-elvetica, il divieto di pesca alla
trota
attualmente scade il 20 dicembre, seguiti il 15 gennaio da Como e
Garda.
Ovviamente, stante qualche temerario appassionato lanciatore si cimenti
da riva
con canna ed artificiali, è un apertura
all’insegna di barche in traina, armate
quasi esclusivamente di cavedanere e trotiere; certo, sarà
anche per assaporare
quel gusto di vecchia tradizione laghigiana, ma quello che conta
davvero è che
queste tecniche, oltre ad essere divertenti e mai monotone, sono ancora
tremendamente efficaci!
Come per
l’ultima domenica di febbraio, anche qui il
fatidico giorno è atteso dai pescatori con grande
trepidazione ed i preparativi
spesso iniziano con largo anticipo: dal controllo e collaudo di barca e
motore,
all’attenta preparazione dell’attrezzatura con
revisione di terminali, nodi
ecc.., nonché all’immancabile giretto nel negozio
di pesca a caccia di esche e
novità, le aspettative salgono alle stelle.
Spesso
però, nel giorno tanto atteso, le cose non vanno come
si erano immaginate e può capitare di tornarsene a casa
scontenti o, peggio,
incazzati sul serio.
Il meteo
può rivelarsi traditore, un lago eccessivamente
mosso o piogge battenti (sul Lago Maggiore fino a dicembre inoltrato
può
addirittura capitare di imbattersi in mattinate nebbiose che rendono
impossibile la navigazione) costringono la maggior parte dei trotaioli
a
rimanersene a riva, lasciando il campo a chi possiede
un’imbarcazione
“corazzata” come per esempio un cabinato di buone
dimensioni, e spesso è
proprio durante giornate meteorologicamente avverse che si fanno delle
ottime
pescate. Tutto sommato però una battuta rimandata oggi la si
può recuperare
domani, molto peggio invece trovarsi fuori e venire sorpresi dal
maltempo,
rimediando spaventi e grovigli di lenze dopo aver dovuto riavvolgere
tutto in
fretta e furia!
Una costante delle
aperture è invece la quasi sicura
massiccia presenza di barche concorrenti. Ciò non deve mai
essere considerato
un fastidioso problema, perché tutti hanno il diritto di
andare a pesca,
bisognerà solo accettare che nei primi giorni ci
sarà più traffico, è così
da
sempre. In questi casi, oltre ad avere ben chiare le basilari regole di
navigazione (precedenze in primis), sarà necessaria una
certa dose di
accortezza ed intelligenza nell’andare a prevedere e capire
in anticipo le
mosse delle altre imbarcazioni, una buona cosa rimane quella di cercare
di
seguire rotte più lineari possibili senza cambi di direzione
improvvisi e
naturalmente evitare di volersi imbucare in zone già
occupate; da lasciare a
casa scorrettezze e forzature varie per impadronirsi di una rotta o
spot, come
ad esempio tagli di strada od accelerare apposta l’andatura
per saltare davanti
ad un’altra barca che ci stava precedendo, chi è
in scia può catturare
tranquillamente lo stesso per cui non ne vale nemmeno la pena..
Come già
sottolineato varie volte nel sito, in presenza di
traffico, oltre ad avere sempre le montature segnalate e ben visibili,
è meglio
non esagerare con il loro campo d’azione, in particolare la
cavedanera, con i
barchini tenuti più vicini od utilizzandone solamente uno,
attendendo il
successivo e graduale spopolamento di pescatori, dando così
finalmente sfogo a
tutta quanta l’artiglieria e sondando con più
tranquillità le zone migliori.
Questa traina
è dunque molto praticata nei giorni seguenti
all’apertura, dopodiché, a causa anche della
costante diminuzione delle
catture, per lunghi periodi diviene persino difficile scorgere una sola
barca a
caccia di trote, salvo i soliti e scaltri pescatori rivieraschi che
escono la
mattina prestissimo o verso sera senza mai dare tanto
nell’occhio. Con l’arrivo
della primavera solitamente le lacustri tornano a farsi vedere, ed ecco
apparire nuovamente qualche imbarcazione a tentare la fortuna, mentre
d’estate,
molagna e cavedanera cedono il passo alle agili tirlindane su aspo per
la
ricerca del persico con piccoli artificiali, fatti guizzare vivacemente
con
degli strappetti impressi alla lenza; da ricordare che durante la
stagione
calda la trotiera, se ben utilizzata, può regalare delle
eccellenti catture
come perca o trote.
Come spesso accade sui torrenti, anche sui laghi ci sono i soliti furbetti che pescano in pieno
periodo di divieto infischiandosene dei regolamenti; barare, si
sa,
molte volte facilita le cose e permette di ottenere molto di
più che
comportandosi onestamente, in questo caso tradotto nel poter avere il
lago a
disposizione tutto per se, prede sicuramente meno disturbate ma anche
più
vulnerabili vista la riproduzione in corso od appena terminata. In
alcune zone
già qualche settimana ma soprattutto qualche giorno prima
dell’apertura, si
cominciano a vedere girovagare barche in traina con
canne,
nessuno può vietare di pescare in questo modo, ma dire di
andare a lucci o cavedani per
poi salpare di proposito trote e nasconderle a bordo è
un’altra cosa; taluni
utilizzano addirittura e spudoratamente sistemi come la trotiera,
che durante il divieto della trota in molti casi sono fuori legge. A
parte il
fatto di infrangere delle regole ed essere scorretti nei confronti di
chi le
rispetta e che avrà pure qualche difficoltà in
più (più traffico e meno pesci), non si
capisce che gusto ci sia, per prendere qualche trota in più,
a passare tutto il
tempo a guardarsi attorno con circospezione e stressandosi ogni
qualvolta ci
sia un’imbarcazione in avvicinamento (paura di guardiapesca
in osservazione con
binocoli), senza contare il “rischiosissimo”
trasporto del bottino dalla barca
al baule dell’auto.. L’apertura è un
evento, una festa che va rispettata,
sarebbe un po’ come festeggiare il natale in anticipo!
Per quanto riguarda
la tecnica, nei primi giorni
generalmente a pagare di più sono le cavedanere, con la
maggior parte delle
trote localizzabili in strati più superficiali, compresi tra
pelo d’acqua ed
una diecina di metri sotto, ma in ogni caso diverse catture avvengono
più in
profondità anche sulla molagna, quindi averle in pesca
entrambe
contemporaneamente può essere un vantaggio, permettendo di
esplorare diverse
fasce d’acqua aumentando le probabilità di
successo. In molti preferiscono
l’utilizzo del vivo, ma anche gli artificiali, oltre ad essere
più comodi,
garantiscono nella maggior parte dei casi una sicura resa; la velocità di traina,
naturalmente sempre
adatta al tipo di esca ed al suo funzionamento ottimale (più
lenta con il
pesciolino vivo) dovrà essere mediamente più
blanda (da circa 1,5 a 2.5 nodi)
soprattutto
durante periodi di freddo intenso, ma occorre ricordare che la lacustre
è un
pesce che si muove bene anche con temperature rigide, quindi si
può provare dei
tratti con andature più allegre. Gli orari migliori da trota
pescando in
inverno sono dall’alba al tramonto, in poche parole
l’abboccata può avvenire in
qualsiasi momento della giornata, da sottolineare però che
la lacustre in molti
casi va in caccia in orari ben precisi diversi dai cambi di luce.
Come detto, dopo
poco tempo le trote, probabilmente
disturbate ed insospettite dal continuo andirivieni di imbarcazioni
-senza
contare quelle punte o catturate- sembrano svanire nel nulla, naturale
quindi
che tutti vogliano approfittarne andando a pesca il prima possibile,
ecco un
motivo in più per fare l’apertura (con conseguente
assembramento di barche e
pescatori). Quando poi si inizia a non ottenere più
abboccate, oltre che
provare a cambiare esche sarà bene pescare più
sotto con la trotiera, anche se
comunque quello che incide parecchio sul comportamento delle trote
è la
presenza di prede, conoscere posizione e spostamenti dei fitti branchi
di
minutaglia aiuta a non perdere il ritmo delle catture.
Tuttavia non
esistono regole fisse, può anche capitare
l’annata o la zona magica dove le pescate proficue si
protraggono con
regolarità per più tempo, così come in
altre si prenda bene solo all’apertura
ed in primavera inoltrata durante le freghe delle alborelle; per
passare a
stagioni con poche catture invernali e tante primaverili, ad altre
addirittura
drammatiche con totale e continua assenza di lacustri, come
già detto molto
dipende dal pesce foraggio ma spesso anche da altri fattori come
andamento
climatico, piene e rimescolamento delle acque. Una cosa però
è certa, i pesci
non possono volatilizzarsi, da qualche parte queste benedette trote
dovranno
pur andare, la bravura di un pescatore sta proprio nel capire dove e
come
insidiarle anche nei momenti in cui sembrano essere veramente svanite
nel
nulla.
Ma, in fin dei
conti, per chi va a traina occasionalmente e
vive la pesca in barca come semplice svago, quelle due o tre trote -od
anche
una soltanto di buona taglia- conquistate all’apertura, sono
senz’altro motivo
di grande soddisfazione.
Gira e rigira chi
cattura di più sono sempre i pescatori
rivieraschi più abili, evidentemente hanno dalla loro una
eccezionale
conoscenza del lago che gli consente di andare quasi sempre a colpo
sicuro
nelle zone e nei momenti giusti, senza contare poi tutte quelle piccole
ma
importanti malizie che fanno la differenza, come ad esempio
l’abilità
nell’autocostruzione di ondulanti particolari e
“locali”, un po’ come accade con
le moschette da agoni e coregoni.. |
|