L'IMBARCAZIONE Riallacciandomi al discorso carrello, questo può essere una soluzione molto interessante per vari motivi, il principale dei quali la possibilità di portare l’imbarcazione in qualsiasi luogo o lago si voglia pescare; un altro punto a favore sta nel fatto che, scegliendo zone di alaggio adatte, si può mettere in acqua la barca velocemente e senza particolari sforzi. Inoltre il carrello, una volta sostenuta la spesa iniziale per l’acquisto e l’installazione del gancio sull’auto, praticamente ha un costo di mantenimento bassissimo se non nullo. L’unico problema sta nel possedere un posto a casa dove tenerlo parcheggiato, altrimenti si va incontro ad ovvie spese di ricovero; altre cose da tenere in conto sono di imparare a manovrarlo per bene, soprattutto in retromarcia, e di ponderare dove andare a scaricare, perché un conto è avere come motrice un fuoristrada od una trazione integrale che tira come un mulo su qualsiasi terreno, un altro è avere una normale trazione a due con la quale rimanere facilmente piantati in una qualsiasi spiaggetta.. Scivoli di alaggio solitamente nei laghi ce ne sono, magari comodi e di cemento (occhio quando sono ghiacciati però), basta trovarli -meglio informarsi o fare delle ricognizioni preventive- preoccupandosi anche del parcheggio auto-carrello, che in alcuni casi andrà staccato ed affiancato al veicolo onde evitare multe od intralci. Ritornando in tema di barche, le più adatte per trainare sono i soliti cabinati fisherman (tipo quelli che si usano nella traina d’altura in mare, con dimensioni ovviamente ridotte, 5.5-6 mt sono più che sufficienti), che oltre alle dimensioni ed alla forma giusta, dispongono di un pozzetto -vale a dire lo spazio di calpestio tra motore e cabina- molto ampio in cui muoversi comodamente, sponde e specchio di poppa alte e ben accessibili dove attaccare facilmente ed in maniera congeniale vari attrezzi ecc.. L’unico impedimento si potrebbe avere pescando a lancio in più di una persona contemporaneamente, data la presenza della cabina alle spalle che rende, a meno di non possedere una barca veramente grande, un po’ meno idonee questo tipo di imbarcazioni ad altre pesche all’infuori della traina o del verticale. Molto valide sono anche le lance in legno o vetroresina da lago, robuste e dalla linea filante, che tanto tengono bene la direzione, oltre all’indubbio fascino del classico; i due tipi di barche sopra menzionate, viste le dimensioni maggiori dovranno nella quasi totalità dei casi essere per forza lasciate ormeggiate, e qui ognuno deve ben valutare l’impegno -soprattutto economico- che dovrà sostenere. Tutti gli altri tipi di imbarcazioni possono andare bene, sia d’alluminio che in vetroresina ecc.., l’importante è come già detto di sceglierle di dimensioni e forma adeguate, con un buon piano di calpestio e soprattutto tenere in considerazione lo spazio a bordo, scarterei subito quelle da ‘passeggio’ con divani, prendisole od altro che possa togliere spazio ed impedire di avvicinarsi ai bordi della barca; in qualsiasi caso sarebbero da preferire modelli con guida centrale a console e volante. Va inoltre detta una cosa importante: per praticare meglio la pesca a molagna e cavedanera l’ideale è formare un equipaggio di due persone, con uno stabile al timone a dirigere il natante e l’altro dedito alla pesca vera e propria; se si è da soli capirete che per calare o recuperare le varie lenze (meglio se con un pesce attaccato!), dovrete per forza temporaneamente abbandonare la guida e se non si ha una barca ‘che tiene’ od una con il pilota automatico che procede su rotte prestabilite mediante sistema gps, soprattutto in presenza di onde, questa comincerà ad andare dove vuole, compiendo curve indesiderate o troppo strette che come vedremo possono causare qualche problema in pesca. Ultima cosa importante il motore, anche questo andrà scelto con un minimo di criterio: un motore troppo piccolo su di una barca grande in proporzione, porterà ad avere una velocità di traina al minimo troppo bassa (qui solitamente l’ideale varia da un minimo di 1.5-2 nodi, fino ad un massimo di 4-5 nodi, tutto varia comunque a seconda del tipo di preda insidiata e dall’esca utilizzata), dovendo per forza aumentare il numero di giri causando più rumore in acqua, oltre al fatto che in caso di emergenza ci impiegherà più tempo a condurre l’imbarcazione a riva, con distanze spesso da non sottovalutare. Un motore sovradimensionato, anche se al minimo, farà procedere troppo velocemente il natante, con conseguente ricorso ad artifizi e complicazioni varie per rallentare (zavorra di appesantimento a bordo, trascinamento di oggetti frenanti vari in acqua come ancore galleggianti, secchi ecc..); una soluzione adottata frequentemente, soprattutto su barche più grandi, è quella di affiancare sullo specchio di poppa un altro motore più piccolo ed adeguato alla velocità di traina. Utilizzare un elettrico o i remi ha l’indubbio vantaggio di far procedere più silenziosamente, ma tenete presente il punto sopra sui motori sottodimensionati, meglio quindi usarli in presenza di uno a scoppio. E inutile dirlo, l’affidabilità, perché in una pesca in cui la barca non deve fermarsi, avere un motore che non tiene bene il minimo o procede a singhiozzi, o peggio ancora, che si pianta in mezzo al lago, è una cosa da evitare assolutamente! Insomma riassumendo un po’ tutto quanto, la cosa più importante prima di lanciarsi in un acquisto, è quella di ponderare per bene ed ascoltare diversi pareri, rivolgendosi magari a qualcuno di più esperto, io mi sono limitato a dare qualche consiglio di base ed in linea generale; ed ovviamente non voglio assolutamente dire che chi possiede un’imbarcazione diversa dai tipi menzionati non possa andare a pesca o la debba cambiare, ci mancherebbe! E’ chiaro però che con un certo tipo di natante ci si troverà senz’altro meglio, e, sarete d’accordo con me, se si è dietro a fare un acquisto conviene farlo definitivo e che vada bene (tenendo in considerazione anche altri eventuali tipi di pesca che desideriamo praticare), puntando magari su delle occasioni.. Cosa che invece non è soggettiva e discrezionale è la sicurezza ed il comportamento da tenere durante la navigazione; partendo dal presupposto base di ben informarsi su norme e leggi diportistiche, come spesso viene detto la cosa migliore rimane sempre il buonsenso, soprattutto a cavedanera dovremo tener conto di avere un attrezzo che occupa un raggio d’azione a volte ben superiore ai 50 mt (specie usandola doppia), le manovre quindi andranno calcolate in anticipo, cercando di prevedere le eventuali mosse di altri natanti o l’aggiramento di ostacoli quali boe, pali, rami, tronchi galleggianti ecc.. Obbligatorio poi è il segnale di traina, una sfera bianca messa ben in evidenza, e ricordarsi che i grandi laghi se d’inverno sono quasi del tutto deserti, durante la bella stagione pullulano di barche e bagnanti, e quindi bisognerà essere ancora più accorti ed uscire preferibilmente nelle primissime ore del mattino, quando -si spera- la calma regna sovrana. Oltre alle dotazioni di sicurezza da tenere a bordo, può essere utile un segnalatore acustico, per avvisare il pericolo in caso di disattenzione o manovre errate nostre o di altri natanti, anche se comunque le barche in traina dovrebbero godere di maggior riguardo da parte degli altri mezzi da diporto (mai però abusare di ciò!). Tenete sempre d’occhio le imbarcazioni che vi passano di fianco, perché se non rallentano -come si dovrebbe sempre fare- vi troverete ben presto addosso l’onda sollevata dallo scafo in corsa, in quei casi meglio cercare di affrontarla di prua. Insomma come sulle strade la prudenza è d’obbligo anche sui laghi! |
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