Carrello
porta barca vs ormeggio
Quando
si possiede
un’imbarcazione, bisognerà per forza avere un
posto in cui tenerla custodita e pronta per la navigazione.
Lasciando da parte
tutti quei tipi di barche di piccole dimensioni che possono essere
tranquillamente maneggiati e trasportati anche sul portapacchi di
un’auto, ed all’opposto quelle di grandi dimensioni
che sono fatte per rimanere in acqua e non adatte a movimentazione e ad
un trasporto comune su strada (entrambe tipologie non propriamente
idonee ad una piccola traina sui tipici laghi prealpini),
l’argomento qui trattato sarà tuttalpiù
valido per natanti compresi tra i 4 ed i 6 mt e con pesi a partire dal
quintale fino ad arrivare a circa una dozzina. Su questa
tipologia di imbarcazioni - trattandosi di barche da pesca, normalmente
si parlerà di lance e
cabinati fish - si potrà avere la scelta sui due classici tipi di
ricovero per la navigazione da diporto, ovvero l’ormeggio
direttamente in loco oppure tenere l’imbarcazione su di un
carrello da trainare con l’auto e vararla in riva al lago.
Partiamo dal primo,
con la barca ormeggiata nei pressi del bacino in cui si ha intenzione
di navigare. Naturalmente, essa non potrà mai essere
lasciata in un qualsiasi punto del lago a proprio piacimento,
dovrà per forza sostare in un’area privata o in un
punto autorizzato.
La soluzione
senz’altro migliore e più comoda è
quella di tenerla in un cantiere nautico rivierasco, ivi si
potrà usufruire di diversi servizi quali il poter disporre
di un ormeggio su di un comodo pontile da cui salpare agevolmente e con
rapidità, il rimessaggio al coperto (utile soprattutto
durante eventuali lunghi periodi di inutilizzo del mezzo),
nonché la tranquillità di avere
l’imbarcazione sempre curata in un posto sicuro e custodito.
Ovviamente a fronte di tutto ciò ci sarà una
spesa annua da coprire che solitamente varia a seconda delle dimensioni
della barca e dei servizi e comunque
difficilmente al disotto dei 2000/2500 euro.
La principale
alternativa al cantiere nautico è l’ormeggio in un
posto comunale, i migliori a cui puntare senz’altro quelli
all’interno di apposite strutture come moli e porticcioli od
anche rampe in cemento con apposito arganello per l’alaggio
del natante.
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Oltre ad un costo
annuale quasi irrisorio e con il solo incomodo di dover rinnovare
periodicamente la concessione, anche qui il vantaggio di avere la barca
praticamente già in acqua; il contro quello di lasciare il
mezzo in un luogo incustodito con conseguente rischio di furti
(oggigiorno problema che affligge il diporto seriamente, soprattutto a
danno di motori fuoribordo), senza contare che l’imbarcazione
andrà per forza curata, dovendo di tanto in tanto recarsi
sul luogo a controllare l’ormeggio e tenere
d’occhio gli sbalzi idrometrici del lago, per evitare
problemi od anche l’affondamento in caso di consistenti
innalzamenti di livello delle acque.
Altro piccolo
possibile intralcio, cosa riscontrabile anche se si ha un posto privato
in un cantiere, la possibilità di non potersi sempre
avvicinare con l’auto nei pressi dell’imbarcazione,
dovendo forzatamente in alcuni casi fare avanti ed indietro
più volte dal baule dell’auto per scaricare
attrezzature di pesca varie (vedi molagne e ruote varie, barchini,
cassette ecc..).
Per il diportista
che invece non può o non vuole lasciare la propria barca
ormeggiata, si propone l’alternativa del rimessaggio su di un
apposito carrello, che ne permetterà oltre la sosta, il
rimorchio ed il trasporto nonché il varo e
l’alaggio.
Se si ha dunque
dello spazio a disposizione in cui tenere il natante parcheggiato
(altrimenti si va incontro alle solite spese di ricovero, anche se
nettamente inferiori rispetto a quelle dei cantieri nautici), oltre il
vantaggio di avere l’imbarcazione a casa
potendo
comodamente disporne per eventuali lavori su di essa, una volta
sostenuta la spesa iniziale per l’acquisto del carrello con
portata idonea e l’istallazione del gancio
sull’auto, giocoforza si potrà risparmiare sul
ricovero del mezzo ed ammortizzando rapidamente il costo sostenuto;
un carrello porta barca ha un onere di mantenimento praticamente nullo
e assicurazione ed eventuali revisioni sono poca cosa.
Con la sola patente
B di guida si potrà circolare con rimorchi (in questo caso
si intende la massa complessiva costituita da carrello più
imbarcazione) che non superano il peso a vuoto della motrice, e
complessi (motrice più rimorchio) comunque non superiori ai
3500 kg. Se invece verranno superate tali soglie, sarà
necessario munirsi di apposita estensione della patente (E) da
aggiungere a quella dell’auto (B+E), in quel caso si potranno
trainare rimorchi superiori (naturalmente
bisognerà attenersi comunque alla massa limite rimorchiabile
dal veicolo).
Diciamo che 750 kg lordi (carrello
più barca) permettono a chiunque e con
qualsiasi auto il trasporto di natanti che, con motore ed
equipaggiamenti vari, possono pesare fino a circa 550 kg., solitamente
barche già idonee a coprire egregiamente la maggior parte
delle esigenze diportistiche e di pesca su di un grande lago prealpino.
Patenti di guida a
parte, spesso invece a spaventare e far declinare la scelta di tale
soluzione, oltre ai possibili rischi che può comportare la
movimentazione su strada, è la presunta
difficoltà nel dover trainare il rimorchio, cosa invece
molto semplice ed intuitiva a cui andrà solamente aggiunta
una certa pratica nel manovrare in retromarcia con sicurezza e
precisione. Il varo e
l’alaggio sono poi anch’essi molto semplici e
sorprendentemente rapidi e non presentano difficoltà se
eseguiti correttamente e nei punti giusti. Ovviamente qui si parla di
barche da diporto adatte per la pesca in lago con pesi che mediamente
variano tra un paio ed una dozzina di quintali, ed in funzione della
loro grandezza bisognerà poi ponderare e scegliere bene il
mezzo con cui andare a trainarle (o viceversa) ed il posto dove
scaricare.
Per fare un esempio
pratico, se si possiede una lancia in alluminio sui quattro/cinque
metri che con motore e carrello non porta il rimorchio a superare i 4-5
quintali di peso, allora si potrà anche tirarla con una
normale auto
a trazione
anteriore facendo però sempre attenzione a scivoli troppo in
pendenza o terreni insidiosi con possibilità di slittamento;
con un robusto mezzo a trazione integrale e rimorchi leggeri di cui
sopra si potrà invece azzardare a vari in posizioni
più rischiose ed accidentate, senza mai però
sottovalutare rischi e pericoli ed anche
l’incolumità dello scafo, specie se di vetroresina.
Al contrario se
andremo a trainare un rimorchio più impegnativo, come per
esempio un cabinato che con motore e carrello può arrivare a
toccare senza tanti complimenti una quindicina di quintali,
innanzitutto bisognerà avere come motrice un mezzo idoneo e
quasi obbligatoriamente a trazione integrale, in secondo luogo poi
bisognerà scegliere postazioni di varo
idonee come scivoli non troppo ripidi e con la giusta
profondità dell’acqua in modo da far scendere la
barca
senza problemi ed adagiare
dolcemente lo scafo sui rulli del carrello durante la fase di
recupero.
Durante i periodi di
magra, si potrebbero avere problemi di varo dovuti al ritiro del lago
che lasciano postazioni in secca con conseguenti possibili
difficoltà nell’avvicinarsi all’acqua o
trovare punti con un’idonea profondità, in questi
casi avere un fuoristrada può tornare utile per avventurarsi
su varie spiaggette rimaste asciutte, superare scalini ecc.. Altrimenti
ci si potrebbe informare se in qualche cantiere nautico siano
disponibili (a pagamento si intende) nello scaricare in acqua la barca
con mezzi propri.
Una volta scaricato il natante bisognerà
provvedere al parcheggio di auto e carrello, in modo da non creare
intralci ed evitare multe, in alcuni casi per non occupare in lungo dei
posti auto sarà opportuno staccare il rimorchio
affiancandolo alla vettura.
Un grande vantaggio
nel tenere e trasportare la barca su di un carrello è quello
- e sottolineo soprattutto per chi va a pesca - di poterla portare
praticamente e rapidamente ovunque si voglia, dagli estremi opposti di
un grande lago così come da un bacino all’altro e
fino al mare se si
vuole.. Cosa praticamente irrealizzabile se si ha la barca ormeggiata
(e confinata) in quel tal luogo.
Traendo le somme,
prima di acquistare un’imbarcazione bisognerà per
forza ragionare su dove e come custodirla, ognuno dovrà
valutare bene le proprie esigenze e possibilità, sia
materiali che economiche, non per nulla molto spesso la scelta della
barca ricadrà in funzione di ciò.
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