L'IMBARCAZIONE
Prima
di cominciare a parlare di
pesca vera e propria, è bene partire focalizzando
l’attenzione sul natante. Partendo
dall’ elementare presupposto di base che con il suo moto
vengono trainate e
fatte muovere le esche artificiali (è possibile usare anche
il vivo), bisogna
cercare di capire quale sarà il tipo di imbarcazione che
può fare al caso
nostro; innanzitutto si deve tenere presente l’ambiente in
cui pescheremo,
ovvero nella quasi totalità dei casi in grandi laghi
prealpini: Maggiore, Lugano,
Como e Garda, tanto per citare i più noti, senza dimenticare
che anche in
Svizzera, oltre alle porzioni in comune di Verbano e Ceresio, esistono
dei
grandi e profondi bacini in cui le due tecniche vengono costantemente
utilizzate. Quindi, trovandosi a pesca anche a diverse centinaia di
metri da
riva, in ambienti dove oltre alle ben note correnti si possono
verificare
repentini cambiamenti atmosferici con venti e conseguente moto ondoso,
va da sé
che sarà meglio stare su di una barca più ‘robusta’ e sicura possibile,
che ci permetta di affrontare in tranquillità e sicurezza
situazioni..
movimentate. Con un’imbarcazione sottodimensionata
vorrà invece dire dover
interrompere forzatamente una battuta solo per il levarsi di modeste
onde, inoltre
ci sarà poco spazio a bordo dove muoversi e sistemare le
attrezzature, oltre a
dover fare regolarmente gli equilibristi per stare in piedi in una
pesca dove di
sicuro è una buona cosa potersi muovere comodamente e
liberamente nella propria
barca; assieme al fattore logistico e di sicurezza, bisogna tener conto
che sia
molagna che cavedanera sviluppano un tiro non indifferente che in
alcuni casi
può creare problemi alla navigazione di un piccolo e leggero
natante. Ritornando
sul discorso laghi,
va
sottolineato che la situazione può cambiare
significativamente da un bacino all’altro; per
esempio,
nelle zone dove sono
solito trainare, vale a dire lago Maggiore e parte italiana del Ceresio
ricadente in provincia di Varese (nella foto), la diversità
di
‘movimento’ tra i due è piuttosto
evidente: se con una brezza nell’ordine dei 6-7 nodi il primo
comincerà già ad
agitarsi un poco, sul secondo, a parità di condizioni, la
superficie risulterà
solamente increspata o poco più, ciò è
sicuramente
dovuto alla differenza di
profondità e massa d’acqua, decisamente superiori
nel
primo. Prima di uscire in
barca è sempre meglio controllare il meteo, su internet si
trovano previsioni locali
piuttosto precise, con indicata anche l’intensità
del
vento; a seconda del
luogo, della vostra imbarcazione, della vostra esperienza (od
incoscienza,
tenete presente però che con i laghi non si scherza) saprete
come regolarvi..
Trainando con il lago mosso, la cosa sicuramente migliore da fare per
tenere
una buona direzionalità, è cercare se
possibile di
procedere nella direzione opposta-diagonale alle onde o fare il
contrario e navigare seguendo il vento,
nel primo
caso aumentando di un poco la velocità di traina; prendere
le
onde sul fianco
farà oscillare la barca e si faticherà molto di
più a tenere la rotta, oltre al
fatto che l’aria stessa sommata ai flutti, tenderà
a spingere
più facilmente sull’ampia superficie
di una fiancata. Ovviamente sono fattori che alla fine variano
soprattutto in
funzione delle dimensioni dell’imbarcazione, è
logico in generale più lunga e
pesante sarà, meno avrà problemi a tenere la
direzione di
traina, navigando
senza problemi con onde che manderebbero in crisi un natante
più
piccolo.
Un’altra caratteristica importante in una barca da traina
è la forma della
carena, che dovrà essere di tipo idoneo (ne esistono
svariate
tipologie: a V -
dislocanti - semidislocanti ecc..), la quale ovviamente
consentirà di ‘tagliare
le onde’ con tutti i benefici del caso. Dunque diciamo allora
che, per quanto
riguarda la lunghezza, si partirà da un minimo di 4,5 mt (meglio
se di peso a
partire da 1,5-2 q.li) per arrivare fino a circa 6 mt; le imbarcazioni
più
piccole -max 5 mt- oltre all’indubbio vantaggio di costare
meno,
possono
essere trasportate e messe in acqua più facilmente da un
carrello; quelle più
grandi sono più impegnative soprattutto nella fase di varo
ed
alaggio, l’ideale
-cosa comunque migliore per tutte le barche- sarebbe lasciarle
ormeggiate
direttamente al lago, ma tenerle in un cantiere o in un ormeggio
privato
ovviamente ha un costo.. I posti comunali sono una valida alternativa,
qui però
la barca andrà per forza curata, dovendo correre soprattutto
quando si avranno
sbalzi di livello del lago, oltre al fatto che si troverà in
un
luogo
incustodito.
Riallacciandomi al discorso carrello, questo
può
essere una
soluzione molto interessante per vari motivi, il principale dei quali
la
possibilità di portare l’imbarcazione in qualsiasi
luogo o
lago si voglia
pescare; un altro punto a favore sta nel fatto che, scegliendo zone di
alaggio
adatte, si può mettere in acqua la barca velocemente e senza
particolari sforzi.
Inoltre il carrello, una volta sostenuta la spesa iniziale per
l’acquisto e
l’installazione del gancio sull’auto, praticamente
ha un
costo di mantenimento
bassissimo se non nullo. L’unico problema sta nel possedere
un
posto a casa
dove tenerlo parcheggiato, altrimenti si va incontro ad ovvie spese di
ricovero; altre cose da tenere in conto sono di imparare a manovrarlo
per bene, soprattutto
in retromarcia, e di ponderare dove andare a scaricare,
perché
un conto è avere
come motrice un fuoristrada od una trazione integrale che tira come un
mulo su
qualsiasi terreno, un altro è avere una normale trazione a
due
con la quale
rimanere facilmente piantati in una qualsiasi spiaggetta.. Scivoli di
alaggio
solitamente nei laghi ce ne sono, magari comodi e di cemento (occhio
quando
sono ghiacciati però), basta trovarli -meglio informarsi o
fare
delle
ricognizioni preventive- preoccupandosi anche del parcheggio
auto-carrello, che
in alcuni casi andrà staccato ed affiancato al veicolo onde
evitare multe od
intralci.
Ritornando in tema di barche, le più adatte per
trainare sono i
soliti cabinati fisherman (tipo quelli che si usano nella traina
d’altura in
mare, con dimensioni ovviamente ridotte, 5.5-6 mt sono più
che
sufficienti),
che oltre alle dimensioni ed alla forma giusta, dispongono di un
pozzetto -vale
a dire lo spazio di calpestio tra motore e cabina- molto ampio in cui
muoversi
comodamente, sponde e specchio di poppa alte e ben accessibili dove
attaccare
facilmente ed in maniera congeniale vari attrezzi ecc..
L’unico
impedimento si potrebbe avere pescando a lancio in più di
una
persona contemporaneamente, data la presenza
della cabina alle spalle che rende, a meno di non possedere una barca
veramente
grande, un po’ meno idonee questo tipo di imbarcazioni ad
altre
pesche
all’infuori della traina o del verticale. Molto valide sono
anche
le lance in
legno o vetroresina da lago, robuste e dalla linea filante,
che tanto
tengono
bene la
direzione, oltre all’indubbio fascino del classico; i
due tipi di
barche sopra menzionate, viste le dimensioni maggiori dovranno nella
quasi
totalità dei casi essere per forza lasciate ormeggiate, e
qui ognuno deve ben
valutare l’impegno -soprattutto economico- che
dovrà sostenere. Tutti gli altri
tipi di imbarcazioni possono andare bene, sia d’alluminio che
in vetroresina
ecc.., l’importante è come già detto di
sceglierle di dimensioni e forma
adeguate, con un buon piano di calpestio e soprattutto tenere in
considerazione
lo spazio a bordo, scarterei subito quelle da
‘passeggio’ con divani,
prendisole od altro che possa togliere spazio ed impedire di
avvicinarsi ai
bordi della barca; in qualsiasi caso sarebbero da preferire modelli con
guida
centrale a console e volante. Va inoltre detta una cosa importante: per
praticare meglio la pesca a molagna e cavedanera l’ideale
è formare un
equipaggio di due persone, con uno stabile al timone a dirigere il
natante e
l’altro dedito alla pesca vera e propria; se si è
da soli capirete che per
calare o recuperare le varie lenze (meglio se con un pesce attaccato!),
dovrete
per forza temporaneamente abbandonare la guida e se non si ha una barca
‘che
tiene’ od una con il pilota automatico che procede su
rotte prestabilite
mediante sistema gps, soprattutto in presenza di onde, questa
comincerà ad
andare dove vuole, compiendo curve indesiderate o troppo strette che
come
vedremo possono causare qualche problema in pesca.
Ultima cosa
importante il
motore, anche questo andrà scelto con un minimo di criterio:
un motore troppo
piccolo su di una barca grande in proporzione, porterà ad
avere una velocità di
traina al minimo troppo bassa (qui solitamente l’ideale varia
da un minimo di
1.5-2 nodi,
fino ad un massimo di 4-5
nodi, tutto varia comunque a seconda del tipo di preda insidiata e
dall’esca
utilizzata), dovendo per forza aumentare il numero di giri causando
più rumore
in acqua, oltre al fatto che in caso di emergenza ci
impiegherà
più tempo a
condurre l’imbarcazione a riva, con distanze spesso da non
sottovalutare. Un
motore sovradimensionato, anche se al minimo, farà procedere
troppo velocemente
il natante, con conseguente ricorso ad artifizi e complicazioni varie
per
rallentare (zavorra di appesantimento a bordo, trascinamento di oggetti
frenanti vari in acqua come ancore galleggianti, secchi ecc..); una
soluzione
adottata frequentemente, soprattutto su barche più grandi,
è quella di
affiancare sullo specchio di poppa un altro motore più
piccolo
ed adeguato alla
velocità di traina. Utilizzare un elettrico o i remi ha
l’indubbio vantaggio di
far procedere più silenziosamente, ma tenete presente il
punto
sopra sui motori
sottodimensionati, meglio quindi usarli in presenza di uno a scoppio. E
inutile
dirlo, l’affidabilità, perché in una
pesca in cui
la barca non deve fermarsi,
avere un motore che non tiene bene il minimo o procede a singhiozzi, o
peggio
ancora, che si pianta in mezzo al lago, è una cosa da
evitare
assolutamente!
Insomma riassumendo un po’ tutto quanto, la cosa
più
importante prima di
lanciarsi in un acquisto, è quella di ponderare per bene ed
ascoltare diversi
pareri, rivolgendosi magari a qualcuno di più esperto, io mi
sono limitato a
dare qualche consiglio di base ed in linea generale; ed ovviamente non
voglio
assolutamente dire che chi possiede un’imbarcazione diversa
dai
tipi menzionati
non possa andare a pesca o la debba cambiare, ci mancherebbe!
E’
chiaro però
che con un certo tipo di natante ci si troverà
senz’altro
meglio, e, sarete
d’accordo con me, se si è dietro a fare un
acquisto
conviene farlo definitivo e
che vada bene (tenendo in considerazione anche altri eventuali tipi di
pesca che desideriamo praticare), puntando magari su delle occasioni..
Cosa che invece non è soggettiva e
discrezionale è la sicurezza ed il comportamento da tenere
durante la navigazione;
partendo dal presupposto base di ben informarsi su norme e leggi
diportistiche, come
spesso viene detto la cosa migliore rimane sempre il buonsenso,
soprattutto a
cavedanera dovremo tener conto di avere un attrezzo che occupa un
raggio
d’azione a volte ben superiore ai 50 mt (specie usandola
doppia), le manovre
quindi andranno calcolate in anticipo, cercando di prevedere le
eventuali mosse
di altri natanti o l’aggiramento di ostacoli quali boe, pali,
rami, tronchi
galleggianti
ecc.. Obbligatorio poi è il segnale di traina, una sfera
bianca
messa ben in evidenza, e ricordarsi che i grandi laghi se
d’inverno sono quasi
del tutto deserti, durante la bella stagione pullulano di barche e
bagnanti, e
quindi bisognerà essere ancora più accorti ed
uscire preferibilmente nelle
primissime ore del mattino, quando -si spera- la calma regna sovrana.
Oltre alle
dotazioni di sicurezza da tenere a bordo, può essere utile
un segnalatore
acustico, per avvisare il pericolo in caso di disattenzione o manovre
errate nostre
o di altri natanti, anche se comunque le barche in traina dovrebbero
godere di maggior riguardo da parte degli altri mezzi
da diporto (mai però abusare di ciò!).
Tenete
sempre
d’occhio le imbarcazioni che vi passano di fianco,
perché se non rallentano -come
si dovrebbe sempre fare- vi troverete ben presto addosso
l’onda sollevata dallo
scafo in corsa, in quei casi meglio cercare di affrontarla di prua.
Insomma
come sulle strade la prudenza è d’obbligo anche
sui laghi!
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