Gli
imprevisti della pesca a molagna e cavedanera
Succede
delle volte che un’uscita in barca possa
riservare qualche imprevista situazione che ci costringa a perdere
tempo o
addirittura comprometta irrimediabilmente la pesca.
A
parte le “bizze” metereologiche, che sono
comunque quelle più pericolose e da non sottovalutare mai,
può capitare di,
colpa nostra o meno, dover affrontare un’ inaspettata ed
antipatica circostanza
dalla quale, se possibile, dovremo cercare di uscirne il più
brevemente
possibile e senza “danni”.
Il
classico e più odiato imprevisto del pescatore a
traina sono senza dubbio le soste forzate, se già con le
canne sono assai
fastidiose, con la ruota od il barchino possono diventare addirittura
drammatiche.. L’incaglio sul fondo (ma può anche
capitare di incrociare reti di
pescatori professionisti, cavi ecc..), specie a molagna e spesso dovuto
ad un
incauto e mal calcolato avvicinamento alle sponde, è sempre
dietro l’angolo, a
cavedanera ci si potrà invece
“sbizzarrire” di più con boe, pali,
piante in
acqua nei pressi delle sponde, che oltre dai terminali potranno essere
intercettati direttamente dal divergente stesso od il trave. Sui laghi
però il
pericolo non deriva solo dall'incrocio di oggetti statici ed inanimati (ed in quel
caso la
colpa sarà solo nostra), gli altri natanti sono quelli che
vanno temuti e
tenuti d’occhio di più, perché, oltre a
situazioni anche pericolose, spesso dopo
l’accaduto ci si dovrà ritrovare a discutere, in
quei casi far valere le nostre
ragioni in modo pacifico ed educato è sempre la cosa
migliore.. La cavedanera è
una pesca che sotto questo aspetto può dare più
problemi (in estate praticare
questa tecnica, a meno che non si esca esclusivamente al mattino
prestissimo,
equivale ad un mezzo suicidio), da qui l’esigenza ed il
dovere di rendere ben
visibile la nostra montatura per far capire agli altri utenti il raggio
d’azione che stiamo coprendo, il barchino dovrà
essere sempre ben segnalato con
colorazioni adatte od una bella bandierina apposta su di esso, anche il
trave
sarà meglio se ben visibile, senza contare che anche i
segnalatori di abboccata
possono aiutare a capire che in acqua ci sono dei braccioli e convenga
mantenere una certa distanza.
Il
segnale di traina obbligatorio -una sfera
bianca- dovrà essere di dimensione idonee (25-30 cm
di diametro) e sempre
ben in vista, tenere inoltre in barca un segnalatore acustico a volte
può essere
molto utile per richiamare l’attenzione evitando i problemi
in anticipo. Non di
rado capita l’incrocio tra due barche in pesca, barchino con
barchino è
abbastanza frequente, più di rado le molagne e solitamente
quando si stanno
usando i silurotti galleggianti, i quali al pari del cane dovranno
essere
sempre ben in evidenza. Il rispetto delle varie norme diportistiche
è
fondamentale, anche se delle volte le circostanze suggeriscano qualche
piccola
eccezione, faccio un esempio: due barche in pesca stanno procedendo per
rotte
opposte con pericolo di collisione, la regola vuole che ogni
unità debba
accostare a dritta in modo da passare l'una sulla sinistra
dell’altra, ma se,
ipoteticamente, vi siano su entrambi i lati sinistri le cavedanere in
pesca,
forse converrà fare l’opposto, effettuando lo
scambio dal lato destro in
maniera da non rischiare l’incrocio tra gli attrezzi e non
dover curvare in
maniera disperata; altri casi simili in cui potrebbe essere meglio
agire contro
regola, l’impossibilità di una delle due
imbarcazione a traina di virare a
causa della presenza di boe ecc. o la vicinanza della riva. Insomma
quello che
tanto conta è il buonsenso unito ad un pizzico di intuito
nel prevedere i vari
“pericoli”, e, visto e considerato che il pescatore
nella maggior parte delle
volte è quello che ci rimette di più, delle volte
bisogna soppesare se conviene farsi da parte e “cedere il
passo” piuttosto che avere problemi..
Ma
tornando alle nostre fermate impreviste, un’altra
causa che può provocarle, sono i guasti al motore; avere il
minimo ballerino o,
peggio, fermarsi in panne mezzo al lago e doversene tornare a riva a
remi non è
il massimo (in alcune situazioni invece è bene ponderare se
chiamare aiuto),
questi “regalini” possono essere tranquillamente
evitati montando sulla barca
un buon motore affidabile (occhio agli acquisti usati..) e tenendolo
sempre
alla perfezione con tutte le manutenzioni ed accorgimenti necessari.
In
tutti i casi quando saremo costretti ad una
sosta forzata, non bisognerà perdere la calma e recuperare
più in fretta
possibile le nostre lenze per evitare aggrovigliamenti, cercando di non
far
girare su se stessa l’imbarcazione peggiorando la situazione.
Un’altra
categoria di imprevisti indesiderati
possono essere quelli derivanti da problemi all’attrezzatura
da pesca, causati
da accessori e costruzioni sottodimensionate o difettose, in primis
quelle
sottoposte a sollecitazioni, come gli attacchi e sostegni delle ruote,
i pali
od il trave; da qui pennoni che si piegano o cedono di
schianto,
molagne a rischio di staccarsi dal bordo della barca, barchini che se
ne
vanno per i fatti loro dopo la rottura del cavo, e chi più ne ha più ne metta.. Anche minuterie varie ed
apparentemente di poca
importanza come girelle, moschettoni, attacchi ecc.., andranno curate in modo da evitare sorprese.
Girando
il lago con i cani, un altro impedimento
particolarmente fastidioso che può capitare è
quello di trovarsi in mezzo a
banchi di sporcizia galleggiante, solitamente detriti vegetali quali
rami ed
alghe; nella maggior parte dei casi a farne le spese sono i terminali
esca,
dovendo forzatamente essere recuperati per controllare ed eventualmente
pulire
le esche, ma capita a volte che il barchino vada ad impigliarsi in
qualche ramo
di buone dimensioni, smettendo di navigare correttamente e finendo
spesso trainato
dietro la barca impossibilitato a divergere. Normalmente nei periodi
seguenti
ad aumenti di livello del lago o dopo giornate spazzate da forti venti,
la
superficie del lago è costellata da questi agglomerati, in
questi casi le
cavedanere è forse meglio lasciarle a riposo..
Un’ultima
situazione che non va sottovalutata e che
può metterci in serie difficoltà,
l’abboccata di una preda di grosse dimensioni
all’imbrunire, quando magari ci si stava già
apprestando a recuperare le lenze;
specialmente con la molagna, i combattimenti possono protrarsi per ben
oltre un’ora, e se l’attacco del pesce avviene proprio quando sta
calando la luce, va da
sé che la lotta sarà destinata a svolgersi e
concludersi al buio, cosa non
proprio semplice e che non tutti sono disposti ad affrontare. Sarà allora il momento di tentare il
tutto per tutto, cercando di
forzare al massimo l’avversario, sperando che il filo tenga.. o si rompa per
poter tornare a riva! |
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