Esche alternative


Quando si parla di artificiali per la traina alla trota lacustre con molagna e cavedanera, quasi automaticamente si è portati a pensare ai tradizionali ondulanti, seguiti a ruota dai minnows.
Queste due tipologie di esche sono, in particolare modo le prime, da tempi immemori “responsabili” di tante ed eccellenti catture di trote -e non solo- in tutti i grandi laghi subalpini, senza poi contare quanto fatto in tanti tipi di acque sparse ovunque. Esche dunque dalla provata efficacia e sicura resa a cui il pescatore, a ragione, si affida sempre con grande fiducia, dimenticando spesso però che esistono anche altri interessanti tipi di artificiali da provare ed alternare ai “soliti noti”. Senza andare a sconfinare nel campo delle esche naturali (vive o morte) di cui è superfluo dire della loro grande efficacia, un’altra categoria che spesso può dare discreti risultati è quella delle esche in gomma o siliconiche.
A prescindere dal fatto che, ormai già da diversi anni, non è più un mistero che tali artificiali siano ben graditi a tutti i pesci predatori se non addirittura, in certe situazioni, surclassando alla grande i vecchi cucchiaini e pesciolini (per non parlare poi di bass fishing, dove vengono attuate strategie e metodi di pesca impensabili per le hardbait), accostare tali esche a delle tecniche tradizionali e secolari come molagna e cavedanera può sembrare un controsenso, insomma l’antico ed il moderno che insieme stonano.. Ma basta invece osservare, sempre in campo pesche “vecchio stile”, come per esempio la trota in torrente, quanto siano valide se scelte ed utilizzate correttamente nei momenti e nelle circostanze adatte, regalando qualche insperata cattura in acque dove magari i pesci erano ormai assuefatti a certe tipologie di artificiali. E se oltre allo spinning le esche in gomma vengono già utilizzate da tempo e con buonissimi risultati anche a traina (trolling con canna), in particolar modo insidiando il luccio e ricorrendo a modelli più elaborati e realistici come le swimbait, allora tutto sommato attaccarle in fondo ai nostri terminali non sarà poi un passo così azzardato..
Dando per scontato che si abbia nel mirino la trota, le montature più adatte per provare ad utilizzare la gomma saranno nell’ordine, la cavedanera e la trotiera con i galleggianti ed il trave disteso in superficie.
Le esche morbide possiedono qualche interessante vantaggio: primo, il costo, spesso una mezza dozzina di siliconiche delle dimensioni qui adatte eguagliano si e no il prezzo di un minnow, secondo, la possibilità nella maggior parte dei casi di funzionare ed essere catturanti anche a basse andature così come a velocità più sostenute, infine terzo ma non ultimo, la naturalezza e la morbidezza che specie in caso di attacco può essere un vantaggio.
Senza dovere per forza ricorrere a modelli fantasiosi o dalle tinte troppo accese ed innaturali, la scelta ricadrà su imitazioni di pesci più verosimili possibili, meglio se di forma slanciata con colorazioni naturali tendenti al bianco e all’argento, per le dimensioni si può stare sui 6-7-8 cm di lunghezza (su quelli più lunghi converrà aggiungere un’ancoretta in coda se sprovvisti); il peso sarà variabile a seconda della circostanza, con un bracciolo già piombato si potranno utilizzare anche spiombate o con piombature esigue, se si vorrà farle viaggiare ancora più sotto si potrà anche aumentare direttamente il peso dell’esca (sia sostituendo le testine piombate che ricorrendo a modelli già armati e più pesanti), in ogni caso generalmente si parla di esche che partono da pochi grammi fino ad arrivare a 10-15, che è più che sufficiente visto che comunque stiamo pescando in strati d’acqua superficiali.
Una variante che sembra funzionare ultimamente, è quella di abbinare il pesce in gomma a delle apposite “montaturine” composte da un guscio trasparente con palettina fornito di ancoretta nel quale infilare la parte anteriore dell’esca che verrà bloccata trafiggendola con un apposito spinotto, formando così una sorta di esca ibrida con movimento tipico dei minnows data la presenza della paletta; con questo accessorio al posto dell’artificiale si potrà ovviamente utilizzare anche un pescetto vero morto, rendendo il tutto ancora più catturante.
Oltre agli intramontabili ondulanti sottili e Rapala, dai vivaci guizzi sempre ben graditi alle trote argentee dei grandi laghi, ogni tanto si può dunque provare qualcosa di diverso, recuperando magari anche un solo terminale dei tanti per montare un’esca sì poco convenzionale, ma non per questo da sottovalutare alla leggera.




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