Generalmente in
molti pensano che la pesca a cavedanera sia
una tecnica complicata e macchinosa.
Spesso, a
spaventare i neofiti, sono i vari “armamentari”
necessari per attuare questa traina, vedi barchini, pali, cavi, ruote,
aspi,
braccioli ecc.. Di conseguenza, un notevole equipaggiamento che
impegnerà sia
nel caso di autocostruzione degli stessi che economicamente in caso di
acquisto.
Se da un lato è vero che avvalendosi di appositi
attrezzi (pali
telescopici abbinati a ruote di recupero, ruote dedicate per i
braccioli ecc..)
l’azione risulterà sicuramente più
ordinata, semplice e veloce, dall’altro è
innegabile che anche con attrezzature ridotte all’osso si
potrà pescare
tranquillamente senza problemi con risultati in termini di catture
pressoché identici;
ciò non toglie ovviamente, anche se spartane ed essenziali,
esse dovranno
essere sempre curate nei dettagli e soprattutto funzionali..
A conti fatti,
considerando la spesa per un discreto
barchino, a cui si dovrà aggiungere fili, esche e minuterie
varie (il palo non
dovrebbe essere difficile da reperire a costi pressoché
nulli), si parlerà di
cifre difficilmente superiori ai 150 - 200 euro a montatura,
notevolmente in
ribasso con l’autocostruzione del divergente.
Di seguito ecco un
tipico esempio di un sistema per la
traina con il cane, composto da un semplice palo, un cordino, un
barchino e
poche minuterie varie.
Si avranno
braccioli in nylon relativamente corti che
permetteranno una messa in pesca ed un recupero degli stessi
più veloce, senza
contare la possibilità di avvolgerli su delle comuni
tavolette o economici aspi
in plastica. Ovviamente se si vorrà una lenza con un minor
raggio d’azione,
basterà costruire un trave più corto con un
terminale in meno, nel caso sopra illustrato
circa una quarantina di metri di cavo con 4 terminali da 9-10-12-15 mt.
(si
potrà eventualmente aggiungerne uno al barchino sui 20 mt.)
Il palo -anche in
legno- andrà bene alto circa 2,5/3 mt.
purché robusto, sulla cui sommità
andrà fissato un occhiello (o due in caso si
vogliano adoperare una montatura per lato) dove legare il trave il
quale, per evitare di tenerlo sciolto in barca rischiando di causare
ingarbugliamenti, potrà essere avvolto lungo il palo tramite
due spinotti a L
applicati a circa 50 cm.
l’uno dall’altro. La linea andrà dunque agganciata prima sulla cima
dell’albero ed in seguito preparata avvolta sullo stesso.
La montatura
verrà messa in pesca agganciando il barchino al
trave, lasciandolo allontanare in acqua progressivamente srotolando a
mano il
cordino dal palo; all’arrivo di ogni attacco il trave
verrà tenuto bloccato
all’albero, filando in acqua ed applicando il corrispettivo bracciolo
esca e via via così tutti gli altri.
Una volta stesa tutta la lenza la si lascerà andare su e per
riprenderla in
mano basterà servirsi di un cordino di richiamo
preventivamente legato sul
trave ad un metro e mezzo dalla sommità del palo od al
limite tenendo in barca
qualcosa da utilizzare come rampino per arrivare al cavo. Per
recuperare la
lenza qualora si utilizzi un barchino di buone dimensioni che
opporrà
particolare resistenza al richiamo, si potrebbe mettere temporaneamente
in
folle il motore durante il riavvolgimento del trave ripartendo ogni
volta con
il recupero dei braccioli. In caso di cattura la barca andrà
tenuta sempre in
movimento per evitare allentamenti del filo rischiando di perdere la
preda.
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